Disgrafia o brutta grafia?

Disgrafia o Brutta grafia?

La Disgrafia.

La Disgrafia è un disturbo evolutivo specifico di apprendimento della scrittura che riguarda la competenza grafo-motoria. Si caratterizza per una oggettiva illeggibilità della scrittura non solo per il lettore, ma anche per lo stesso bambino interessato, sia nella scrittura in corsivo, che in stampato minuscolo e maiuscolo.

Si osserva inoltre una lentezza significativa nell’atto grafico, con evidente affaticamento in attività di scrittura prolungata, sia nelle prove di dettato, che di copiatura o di produzione autonoma del testo.

Come per gli altri disturbi specifici di apprendimento, la Disgrafia si manifesta in persone con un livello intellettivo nella norma, in assenza di patologie neurologiche e/o deficit sensoriali, creando una notevole interferenza con l’apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana. La Disgrafia non è dovuta a specifici effetti dell’insegnamento, e può essere diagnosticata a partire dalla fine della seconda classe della scuola primaria.

La “Consensus Conference” dell’Istituto Superiore di Sanità (2007) definisce in generale il Disturbo Specifico di Scrittura distinguendo due componenti:

  • una di natura linguistica (deficit dei processi di cifratura o disortografia);
  • una di natura motoria (deficit nei processi di realizzazione grafica o disgrafia).

Nel caso della Disgrafia ad essere coinvolto è proprio l’aspetto fine-manuale e l’atto motorio associato alla produzione grafica dei singoli grafemi.

Abilità posturali e fini motorie

Molto spesso nella Disgrafia troviamo associate delle difficoltà posturali che si caratterizzano per una scorretta posizione del capo e del tronco e inadeguato allineamento del braccio e della mano sul foglio. A ciò si associa il più delle volte una impugnatura scorretta della penna, che contribuisce alla non ordinata produzione grafica dei caratteri nelle linee e margini del quaderno.

L’immagine sottostante è stata realizzata dai colleghi di “allaboutlearningpress.com” ed è utile per tenere presente gli aspetti posturali legati al processo di scrittura nel caso di bambini destrimani. E’ possibile dunque osservare quale dovrebbe essere la postura ed impugnatura tipica per una più consona scrittura manuale e l’orientamento del foglio per controllare la propria produzione grafica.

Disgrafia o Brutta grafia?

Nonostante molti bambini abbiano una postura da scrittura ed una impugnatura scorretta, è bene sottolineare che non tutti hanno un disturbo specifico di apprendimento della grafia.

Molto spesso capita infatti di scambiare una “brutta grafia” per una Disgrafia. Chi ha una grafia non leggibile e ordinata non vuol dire che sia per forza “disgrafico”, in quanto la difficoltà a produrre grafemi correttamente disposti nello spazio del foglio può dipendere da diversi fattori. In questo video spiego questa importante differenza.

 

Brutta grafia o Disgrafia?

Come si può dunque distinguere il caso di un bambino con difficoltà a produrre una buona grafia da quello che ha invece un disturbo specifico di apprendimento?

Una buona valutazione psicodiagnostica specialistica è il primo passo da seguire, poichè consente al clinico di evidenziare e valutare diversi aspetti legati al processo di scrittura. Tra cui:

  • Disgrafia o Brutta grafia?la leggibilità del testo prodotto;
  • il rispetto del rigo e del margine;
  • la presenza o meno di macro o micrografia;
  • la prensione e pressione della penna sul foglio;
  • eventuali difficoltà di natura grafo-motoria;
  • difficoltà posturali;
  • difficoltà visuo-spaziali, visuo-percettive, visuo-motorie;
  • difficoltà nelle abilità motorie generali e fine-manuali;
  • difficoltà di attenzione visiva e selettiva;
  • la fluenza o rapidità di scrittura.

Inoltre la valutazione psicodiagnostica consente di escludere o confermare la presenza /assenza di eventuali altre difficoltà/disturbi associati.

Per mettere ordine nel campo su questo dibattuto tema, l’Associazione Italiana dei Ricercatori e degli esperti che si occupano di DSA, AIRIPA (Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento) ha creato a ottobre 2010 un gruppo di lavoro ed evidenzia che: “Una difficoltà nel grafismo” (a differenza del disturbo specifico di apprendimento della grafia) “può invece avere un carattere temporaneo ed essere anche associato a fattori di ordine motivazionale ed emotivo“.

Al contrario per la disgrafia occorre tenere in considerazione:

  1. le conseguenze adattive: il problema di disgrafia interferisce con il percorso di apprendimento del bambino o gli impedisce di stare al passo coi compagni, rendendo difficile l’interpretazione della scrittura agli altri ma anche a sé o rallentando eccessivamente il processo”;
  2. “il profilo neuropsicologico: la presenza di un problema in processi cognitivi sottostanti la scrittura offre ulteriore supporto al fatto che il problema non è dovuto a situazioni temporanee e rende ragione della condizione predisponente al problema di disgrafia”.