L’integrazione visuo – motoria.
L’integrazione visuo – motoria fa riferimento al livello di coordinazione tra la percezione visiva e i movimenti delle dita-mano.
Lo sviluppo visuo-motorio nel bambino avviene nei primi anni di vita. Alcuni studi nel settore riportano che un bambino può aver sviluppato l’ abilità visiva e motoria, ma può aver difficoltà ad integrarle.
Facciamo un esempio per capire meglio. Se chiediamo a un bambino di copiare delle figure geometriche con una matita, egli deve essere cosciente soprattutto della posizione e direzione degli stimoli rappresentati. Questa coscienza è possibile attraverso movimenti volontari dell’occhio verso una specifica direzione. Ai movimenti oculari si devono poi accompagnare movimenti del braccio e della mano per tracciare i segni grafici sul foglio.
C’è da tenere presente che fin da piccolissimi i bambini sono in grado di disegnare linee verticali, orizzontali e circolari. Vi ricordate la fase del disegno, detta “fase dello scarabocchio”? In questa fase la coordinazione dell’occhio e della mano è ancora non del tutto matura, è molto limitata. Ma come fanno i bambini a scarabocchiare? Prima ancora di scarabocchiare i bambini osservano il contesto e apprendono il “come fare” per imitazione: i movimenti oculari sono difatti esercitati proprio nel momento in cui il bambino osserva qualcuno mentre dimostra il compito nel contesto di riferimento.
A partire dalla scuola dell’infanzia è possibile osservare in alcuni bambini difficoltà nell’elaborare l’informazione visiva, nell’immaginare movimenti di oggetti o percorsi, nell’integrare l’abilità percettiva e motoria.
Cerchiamo ora di capire a livello evolutivo, come si sviluppa la percezione e riproduzione spaziale di stimoli. Verrecken revisionando il lavoro di Piaget riscontrò due diversi livelli spaziali:
E’ importante sottolineare che a volte lo sviluppo di queste, come di altre abilità, può avvenire in modo non lineare: si possono osservare arresti, o regressioni temporanee delle fasi di sviluppo.
Occorre tenere presente che solitamente i deficit visuo-spaziali e di integrazione visuo-motoria incidono notevolmente sull’apprendimento scolastico. Nello specifico nei primi anni di scolarità la grafia può apparire irregolare nella forma, nelle dimensioni; possono essere presenti difficoltà nel seguire il rigo durante la lettura, difficoltà nell’utilizzo corretto dello spazio a disposizione sul foglio, problematiche in diverse discipline come aritmetica, matematica, geometria e scienze. Tutto ciò si può osservare anche in alunni brillanti, che tuttavia possono far più fatica in settoriali abilità cognitive.
Quando vi sono dei dubbi sul funzionamento di queste importanti abilità è utile una buona valutazione psicodiagnostica, in vista di un potenziamento delle difficoltà osservate.
L’importanza del movimento in età evolutiva come presupposto per l’apprendimento è stata messa in evidenza da numerosi studi in letteratura. Il corpo soprattutto nella prima infanzia è il mediatore tra l’ambiente e il bambino e consente di raccogliere informazioni, processarle ed elaborare una risposta adattiva. Costituisce un potente mezzo espressivo e comunicativo (Colina, 2015).
Stimolare con attività mirate fin dall’epoca prescolare la percezione e il controllo corporeo, l’equilibrio e la coordinazione grosso e fine motoria, l’organizzazione prassica finalizzata alle autonomie e allo sviluppo di abilità grafo-motorie è di grande rilevanza per l’acquisizione non solo dei processi di scrittura, ma anche per il benessere psico-fisico del bambino, lo sviluppo di competenze cognitive e sociali oltre che motorie.
Il seguente testo è utile per stimolare questa importante abilità nei bambini: “150 GIOCHI IN MOVIMENTO” – Potenziare i prerequisiti motorio-prassici per l’apprendimento di Donatella Colina (Erickson, 2015).
I neuropsicologi attraverso diversi studi scientifici hanno localizzato le funzioni visuo-motorie nell’emisfero cerebrale destro e nella corteccia motoria opposta alla mano dominante (Hartlege e Lucas, 1976).
Tuttavia altri Autori hanno concluso che è molto improbabile che un singolo punto del cervello possa ritenersi responsabile dell’integrazione dell’informazione visiva in distinti piani motori (Grafton et al., 1992), e che è più probabile che questa conversione avvenga in entrambe le aree associative motorie e sensoriali, ovvero nel cervelletto e nei nuclei subcorticali, in modo dinamico e parallelo. Secondo Rourke (1995) la difficoltà visuo-motoria o difficoltà di integrazione di queste abilità dipendono da “distruzioni” di diverse connessioni neurali della materia bianca che includono il lato destro e sinistro del cervello (corpo calloso in particolare), il fronte e il retro del cervello (per i compiti nuovi) e le aree dal basso all’alto del cervello (corteccia e tronco encefalico).
La scienza ci informa che, per quanto sia importante e di grande curiosità questo settore di conoscenze, la localizzazione cerebrale neuropsicologica delle aree deputate all’integrazione visuo-motoria richiede ulteriori studi di approfondimento.